Dante in musica. Il viaggio otto - novecentesco di Paolo e Francesca dall’Italia alla Russia, passando per la Francia.
CARLO PORRATI
“Ho udito che a Donizetti è venuta la melanconia di mettere in musica un canto di Dante. Mi pare questo troppo orgoglio: in un’impresa simile credo che non riuscirebbe il Padre Eterno, ammesso ch’egli fosse maestro di musica”. Così scriveva Gioacchino Rossini in una lettera al prof. G. Pedroni di Milano1. Lungi dal costituire un segno di disistima nei confronti dell’altrettanto illustre collega, le parole del Cigno di Pesaro sono da leggere alla luce della constatazione dell’impossibilità di tradurre in musica la poesia dantesca conservandone appieno la valenza espressiva: in un’altra lettera2 egli scrive che “i sentimenti del cuore si esprimono e non si imitano”. La concezione “ideale” dell’arte di Rossini è chiarita dalle parole di Schopenauer, suo contemporaneo: “La musica [...]